Un esempio di buona vessillografia

Disegnare una buona bandiera per un ente o una associazione, o in genere per una realtà locale, è operazione tutt'altro che facile. Di solito però, chi si accinge all'atto creativo non la pensa così. Molte amministrazioni comunali e provinciali ad esempio, se la sbrigano apponendo lo stemma del comune o della provincia su un drappo (comunemente azzurro) e il gioco è fatto. In altri casi ci si limita a vessilli composti di due colori, magari mutuati da quelli della locale squadra di calcio, con l'ondivaga presenza dello stemma. C'è poi chi segue una strada più «impegnativa», affastellando sul rettangolo della bandiera una gran quantità di colori, simboli e scritte che dovrebbero compiutamente mostrare al mondo la storia, la geografia, le tradizioni, la gastronomia, il folcrore, ecc., del luogo. Un vero pasticcio. Esiste però anche qualcuno che, riconoscendo la propria inadeguatezza alla bisogna, si rivolge a un grafico più o meno «grandifirme»: ecco allora che sventolano bellissimi cartelloni pubblicitari trasferiti su stoffa, dall'impeccabile design, più adatti purtroppo a una agenzia di viaggi o a una ditta commerciale che a un palazzo comunale. Gente degna, ma purtroppo digiuna in fatto di bandiere.
I vessillologi sanno che la bandiera è un segno distintivo che per essere efficace ed incisivo deve rispondere per quanto possibile a pochi essenziali principi. Limitato numero di colori, pochi simboli chiari, originali, riconoscibili e in armonia con la cultura locale, assoluta assenza di scritte. Si pensi alla bandiera giapponese: è la sintesi estrema delle caratteristiche citate. Una sintesi che, nel caso delle numerosissime realtà locali, è difficilmente avvicinabile, ma almeno lo sforzo di tendervi sarebbe doveroso per gli addetti ai lavori.

Una lunga premessa per introdurre gli ottimi progetti di Francesco R. Raunisi, socio di lungo corso del CISV. Si tratta di proposte per le bandiere di alcune località della sua amatissima Sicilia sud-orientale. In tutte appare evidente la pulizia del disegno, la semplicità e l'estetica essenziale. Caratteristiche che Francesco ha saputo compiutamente coniugare con la simbologia locale, come dimostrano le descrizioni che seguono.





PIANO TAVOLA

Piano Tavola è un plesso industriale vicino a Catania che aspira all'autonomia amministrativa. L'area infatti risulta oggi divisa tra ben quattro comuni, a causa della forte espansione urbanistica che ha fatto riscontro allo sviluppo economico. Per il campo della bandiera Raunisi ha scelto il rosso, colore vibrante che più degli altri dà l'idea di dinamismo sociale. La stella al centro con il cuore rappresenta la stessa Piano Tavola, centro vitale e indiscutibile cuore pulsante della zona. Le quattro stelle intorno alludono ai comuni dal territorio dei quali trae origine il nuovo comune. Tutte le stelle sono uguali per significare che il costituirsi del nuovo ente non è di nocumento agli altri quattro, ma al contrario ciascun soggetto vive in perfetta simbiosi con gli altri. Il cuore sovrapposto alla stella centrale ricorda anche la chiesa del Sacro Cuore, attorno alla quale la comunità è cresciuta e che tuttora è il punto principale di aggregazione.





PORTOPALO DI CAPO PASSERO

Se si escludono le isole Pelagie, per altro sullo zoccolo africano, Portopalo di Capo Passero, in provincia di Siracusa, è la località più meridionale della Sicilia e quindi dell'Italia. La piccola penisola su cui sorge vede tre mari, lo Ionio, il Mare di Sicilia e un mare senza nome, talora chiamato Libico. Una sottile croce verde divide la bandiera in quarti. Il primo, rosso caricato di una stella gialla, rappresenta la Sicilia e ne ha i colori; la stella a otto punte (quattro più lunghe), decentrata verso l'intersezione dei bracci della croce, simboleggia Portropalo e la sua posizione a sud-est della Sicilia: le stesse linee della croce ne segnano la latitudine e la longitudine. I restanti quarti, bianchi, alludono ai tre mari sopra citati. La ricorrenza del numero quattro e le linee dritte del disegno richiamano l'assetto urbanistico dell'abitato, diviso in quattro rioni e formato da vie diritte.






PUNTA SECCA

Un grande faro ottocentesco svetta a circa metà strada degli ottanta chilometri di costa ragusana. Nei pressi sorge la torre Scalambri, che già nel XVI secolo faceva parte di un sistema di avvistamento esteso a tutto il litorale. Attorno ad essa si è sviluppato il villaggio di Punta Secca, oggi apprezzarta stazione balneare. La scelta dell'azzurro per il campo della bandiera intende riflettere la limpidezza del mare e la tranquilla amenità del luogo. Lo scaglione bianco, che tocca la mezzeria del lato superiore, rispecchia la centralità geografica della località e richiama il toponimo «Punta». Inoltre, il triangolo venutosi a formare rammenta la sagoma della provincia di Ragusa. La figura centrale del faro corrisponde a quella della maestosa costruzione che domina la costa per lungo tratto. I colori sono anche quelli dello stemma del comune di cui Punta Secca è frazione, Santa Croce Camerina, d'azzurro al cigno d'argento.






SAMPIERI

Un simbolo specifico per Sampieri - antico villaggio di pescatori in provincia di Ragusa, situato all'esremità occidentale di una baia dominata a est dai resti in abbandono di una imponente fornace - potrebbe essere su fondo di colore arancione, con al centro due chiavi bianche in decusse con gli ingegni rivolti verso il basso e un’àncora bianca posta in palo. Un disegno dal tratto essenziale che coniuga l’elegante semplicità del luogo, con la non trascurabile presenza di peculiarità, tra storia e leggenda. L’àncora sta per il mare, col quale Sampieri vive da sempre in simbiosi, traendone risorse. Le chiavi incrociate sono il simbolo di San Pietro, che avrebbe calcato questo suolo, dandogli il nome. L’arancione ricorda i mattoni della vecchia fornace, ed è il colore predominante dell’intero paesaggio: la sabbia delle spiagge, i muri delle antiche case, sfavillanti al generoso sole delle estreme propaggini meridionali della Sicilia.






MARINA DI MODICA

Marina di Modica nasce nel 1961, quando il comune di Modica decide di istituire un villaggio turistico lungo un tratto di costa a circa 20 chilometri dalla città, tra la sabbia e la scogliera detta di Ciarciòlo presso Punta Regiliòne. La bandiera è stata disegnata in occasione del cinquantenario della località. Essa è composta di tre parti verticali di pari dimensione. Blu all'asta, rossa al centro: tra queste, spostata in alto, un'aquila giallo-oro caricata di uno scudo ovale. La parte al battente è composta da sei strisce ondulale blu in campo bianco. Il disegno è una variante di quella che potrebbe essere la bandiera di Modica, rosso-blu, con l'aquila al volo spiegato e rivoltata al centro. In più, le sei onde simboleggiano il mare e gli anni '60 della nascita di Marina di Modica. L'aquila con corona comitale, posta nel cantone, è segno del rilevante passato e della primazia del capoluogo.



Quelle riportate qui sopra sono solo brevi descrizioni redazionali, elaborate dai testi dell'autore, ma Raunisi ha pubblicato articoli sull'argomento su «Vexilla Italica» (n. 66, 2008, n. 69, 2010, n. 74, 2012). Ha inoltre curato alcuni quaderni, uno per ciascuna bandiera. Chi volesse approfondire può richiederli tramite la posta del sito. Francesco sarà lieto di inviarli, salvo esaurimento.

                   

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