Ai primi di marzo
del 1796
un'armata francese di 30000 uomini male in arnese, con a capo un
giovane generale
di 28 anni, attraversò le Alpi e dilagò in Italia.
Chissà
quale fu la spinta che indusse Napoleone a lasciare la moglie
Giuseppina
che aveva appena impalmato e a gettarsi in un'impresa apparentemente
disperata.
Forse la follia dei geni. Fatto sta che l'esercito austro-piemontese,
numericamente
preponderante, fu sorpreso e più volte battuto e già a
maggio
Napoleone poté imporre l'umiliante armistizio di Cherasco al re
di
Sardegna.
Napoleone
a Milano.
La Repubblica Transpadana Di vittoria in vittoria Napoleone passò dal Piemonte alla Lombardia e il 14 maggio 1796 era a Milano. Gli furono consegnate le chiavi della città, mentre l'inetto arciduca Ferdinando si dava alla fuga. Accettando le chiavi, egli promise libertà, uguaglianza e fraternità (ma nello stesso tempo vuotava le casse dello stato e razziava opere d'arte, giustificando tali azioni come un giusto compenso!). |
J.-L. David, “Napoleone al passo di San Bernardo” |
Il più antico tricolore italiano esistente (Museo del Risorgimento, Milano) 7 gennaio 1797 - 17 luglio 1797 |
I fatti che seguirono
furono decisivi nella storia della nostra bandiera. A Milano fu
costituita la Repubblica Transpadana, una delle molte
«sorelle» giacobine che Napoleone disseminò nel suo
itinerario di conquiste. Il nuovo stato non ebbe bandiere se non
militari, ma ai patrioti italiani che seguivano il Bonaparte fu
assegnato, sul modello francese, un tricolore verde-bianco-rosso.
È probabile che su tale scelta abbia influito l'uniforme della
Milizia Civica milanese, i cui militi erano detti remolazzit, dal nome locale di
una specie di rapa, per via delle loro divise verdi e bianche. Quando
poi la Milizia fu trasformata in Guarda nazionale, si aggiunse anche il
rosso dei baveri, dei risvolti e delle spallette.
Non era quella una bandiera nazionale. Ne era però il preludio. La grande speranza: la Repubblica Cispadana Dopo la metà di giugno i francesi invasero l'Emilia e la Romagna, che erano territori della Chiesa, suscitando nella varie città giunte giacobine, alzando alberi della libertà e trovando un appoggio popolare più deciso (altrove era piuttosto scarso). In quelle regioni il sentimento anti-austriaco era forte e alla fine di quella estate scoppiò a Reggio una vera e propria rivoluzione contro l'Austria. Il 13 ottobre le truppe francesi occuparono anche Modena, ponendo fine all'indipendenza di quel ducato. Il 16 successivo, nella stessa città, Napoleone riunì i delegati di quattro province - Bologna, Ferrara, Modena e Reggio - e da quella assemblea scaturì la Federazione Cispadana, diventata Repubblica nel dicembre. Dal 27 dicembre 1796 al 9 gennaio 1797 si tenne a Reggio Emilia un congresso dei delegati delle quattro province e nell'assemblea del 7 gennaio fu decisa per la Repubblica una vera bandiera nazionale (decisione ratificata il 25 febbraio successivo). Era il primo tricolore italiano, rosso bianco e verde a strisce orizzontali; al centro portava le iniziali della repubblica R e C e un emblema costuito da una faretra, accollata a un trofeo bellico, con quattro frecce che simboleggiavano le quattro province originali della federazione padana; il tutto entro una corona di alloro. Poche settimane dopo questi fatti, si aggiunse una quinta provincia, Massa, ma non si sa se un quinto dardo sia mai comparso nella faretra. Nel 1997, in
occasione del secondo centenario del tricolore, il 7 gennaio è
stato proclamato «giornata nazionale della bandiera» (la
legge è del 31 dicembre 1996, n.671).
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11 maggio 1798 - 20 agosto 1802 |
La
Repubblica Cisalpina Pochi mesi dopo i
suddetti avvenimenti, alla fine di giugno, la Repubblica Cispadana si
unì alla Repubblica Transpadana per formare la Repubblica
Cisalpina e l'11 maggio 1798, fu precisata la forma del tricolore.
Diventò a strisce verticali come oggi, e come oggi non portava
nessun emblema; il drappo di
solito era quadrato. Gli anni che seguirono furono tutt'altro che
tranquilli per la nuova repubblica. L'assenza di Napoleone, distratto
dalla campagna d'Egitto, favorì la controffensiva dell'Austria e
dei suoi alleati. Rapidamente com'erano arrivati, i francesi furono
costretti ad andarsene dall'Italia. Verso la fine di aprile 1799, dopo
la battaglia di Cassano, il generale De Melas riconquistò Milano
e, così come cambia il vento, il popolo lo accolse come un
liberatore.
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La
grande illusione: la Repubblica Italiana Napoleone fu
costretto a
intervenire di persona e con la vittoria di Marengo (14 giugno 1800) e
la
pace di Luneville (9 febbraio 1801), i francesi ristabilirono la
situazione in loro favore. Agli inizi del 1802 Napoleone si autoelesse
presidente della Repubblica Cisalpina, che ribattezzò
Italiana (o Italica) allo scopo di riscaldare i cuori dei patrioti
italiani. Ma poco dopo (20 agosto) cambiò anche la bandiera. Il
nuovo tricolore era formato da tre quadrilateri verde bianco e rosso
l'uno dentro l'altro. Per l'uso in mare il drappo aveva una forma
spiccatamente allungata (proporzioni 3/8). I patrioti furono assai
delusi da questa decisione, presa a Parigi. Essi sospettavano che essa
mirasse deliberatamente a cancellare lo spirito rivoluzionario del
modello originario. Alla luce di quello che stava per avvenire, non
avevano affatto torto.
Il Regno Italico Nel 1804 una nuova costituzione fu presentata ai francesi. Essa assegnava al Bonaparte il titolo di Primo Imperatore. Accadeva che, dal ventre stesso della rivoluzione, scoppiata per cacciare la monarchia dalla Francia, nascesse un nuovo Impero. Il 2 dicembre 1804, a Parigi nella cattedrale di Notre Dame Napoleone era incoronato Imperatore dei Francesi. Il nuovo ordine si riverberò presto in Italia. La Repubblica Italiana diventò un regno e il 26 maggio 1805, nella cattedrale di Milano, un novello Carlomagno, Napoleone, fu incoronato re d'Italia con la corona ferrea dei re Longobardi. Il nuovo Regno Italico non cambiò sostanzialmente bandiera, ma al centro del drappo, rettangolare e valido per tutti gli usi, fu posta l'aquila imperiale con lo stemma di stato. Ogni illusione di Italia unita tramontò perché Napoleone, unico padrone, quasi volesse rendere la pariglia a Cesare, lasciò la penisola divisa in partes tres. Assorbiti dalla Francia il Piemonte nel 1801, Parma, ultimo ducato indipendente, nel 1804, Genova nel 1805, la Toscana nel 1807, Lucca nel 1809 e lo Stato della Chiesa nel 1809. Aggregata al Regno Italico Venezia con il Trentino-Alto Adige nel 1805. Napoli con l'Italia meridionale, regno a sé stante. Nel 1814, con il declino dell'astro napoleonico, anche l'anomalo tricolore del Regno Italico scomparve. (fine prima parte)
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20 agosto 1802 - marzo 1805 20 agosto 1802 - marzo 1805, in mare marzo/aprile 1805 - primavera 1814 1811: l'Italia divisa in partes tres © 2003 - Roberto
Breschi
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